Risarcimento danni di oltre 700 mila euro
Contrae l’epatite dopo una trasfusione: il bambino, adesso diventato ragazzo, ha ottenuto un risarcimento danni di oltre 700 mila euro.
Il giovane affetto dalla nascita da Talassemia vince la sua battaglia contro il Ministero della salute che gli ha riconosciuto anche la pensione a vita.
Tutto ha inizio negli anni ‘80 quando il fanciullo inizia le prime trasfusioni perché affetto da Talassemia Major, a causa della sua patologia infatti, deve ricorrere a trasfusioni periodiche di sangue.
A seguito di una di queste trasfusioni viene contagiato dal virus dell’epatite C, contagio che scopre solo molti anni dopo.
Dopo dei controlli di routine, alla madre viene comunicato che il figlio, ancora minorenne, aveva contratto la patologia. La donna, tenta di avere giustizia, iniziando l’iter burocratico previsto dalla legge.
Nel ’99 A. M., viene sottoposto ad esame della Commissione Medico Ospedaliera ma, la donna non ottiene nulla. Passano gli anni e il ragazzo, ormai trentenne, viene a conoscenza che la sua patologia potrebbe essere causata da una delle trasfusioni occasionali che ha subito in passato.
Nel 2016 si rivolge all’Associazione Atem no profit e conosce l’avvocato Silvio Vignera, il quale mette in atto una linea difensiva breve, ma subito efficace, tanto da arrivare in pochissimi mesi al giudizio.
Con sentenza del 9 gennaio 2018 infatti, uno dei Tribunali della provincia di Palermo, riconosce il diritto del malato, danneggiato, ad ottenere dal Ministero della Salute l’indennizzo a vita previsto dalla legge e tutti gli arrestati maturati. Il Ministero dunque, ammette che il giovane ha contratto l’Epatite per colpa della trasfusione.
A. M., ha ottenuto la sua rivincita, ma nessuno mai gli potrà ridare quella vita di bambino normale che non ha mai avuto.
Eppure... sarebbe bastato solo un esame preventivo.
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